GRADENIGO: QUALE FUTURO?

Torino -

Il Presidio Sanitario Gradenigo è una struttura a gestione privata che svolge a tutti gli effetti un servizio di sanità pubblica e per le sue caratteristiche serve un ampio bacino di utenza al pari delle strutture sanitarie pubbliche (circa 45000 passaggi di pronto soccorso riconosciuto come Dea di I livello, terzo polo oncologico nella rete regionale…).

 

 I lavoratori del Presidio, pur mantenendo alti gli standard assistenziali (come percepito anche dall’utenza), da mesi vivono nell’incertezza sul futuro economico ed occupazionale. Già a partire dal 2011 la struttura dichiarò una profonda difficoltà economica che si è tradotta in termini pratici in una riduzione salariale (abolizione di tutta la contrattazione integrativa) dal 2012.

 

 Dopo un anno le cose non solo non sono migliorate, ma non c’è più certezza sull’erogazione degli stipendi, la tredicesima è stata erogata per metà a dicembre e saldata per l’altra metà a fine gennaio e ad oggi questa difficoltà viene giustificata dalle Direzioni principalmente con la mancata erogazione dei finanziamenti da parte della Regione Piemonte. Bisogna precisare, però, che nel privato è l’imprenditore che con politiche di guadagno deve far fronte alla copertura del resto del bilancio.

 

 Come si traduce tutto ciò in termini pratici? Cosa si devono aspettare i lavoratori per far fronte a questa crisi? Licenziamenti? (Già “minacciati”mesi fa), ulteriore riduzione dei salari? E la cittadinanza come ne risentirà in termini di servizio di sanità pubblica se questa amministrazione e le Istituzioni di competenza non troveranno delle soluzioni economico/gestionali che mettano i lavoratori in condizione di prestare il proprio servizio in “tranquillità” per sé e per i pazienti?

 

 I lavoratori continueranno ad operare con la massima professionalità, ma non saranno più disposti a fare passi indietro rispetto al riconoscimento dei propri diritti, anzi insieme ai cittadini intendono rilanciare una sanità sganciata dai vincoli di bilancio, da una gestione subalterna alla logica del mercato e ripensare un servizio che parta dalle competenze e dai bisogni del territorio, mettendo insieme i saperi di chi lavora e le esigenze dei cittadini.

 

 

 

USB-GRADENIGO