Arpa Piemonte è sorda sui protocolli contro il Covid-19, i lavoratori si auto-organizzano

Torino -

La Direzione Generale di Arpa Piemonte continua a ignorare le richieste sindacali. Con un comportamento inaccettabile e arrogante, procede unilateralmente oramai da quattro mesi. Così come previsto dai vari DPCM, dagli accordi nazionali, dal contratto di lavoro e dal protocollo delle relazioni sindacali firmato in Arpa Piemonte, per mesi abbiamo chiesto ripetutamente preventiva informazione, protocolli anti-Covid-19, confronto sulle attività indifferibili, sull'organizzazione del lavoro, sugli interventi di prevenzione messi in atto per tutelare i lavoratori, sullo smartworking e sui diritti negati. 

Ad oggi, nessuna interlocuzione è stata attivata e soprattutto nessuna risposta è arrivata di accoglimento delle richieste. La Direzione corre dietro all'assessore di turno, ma non c'è né per i lavoratori, né per i loro rappresentanti sindacali. Prendiamone atto e facciamo da soli, in modo auto-organizzato. 

Ci rivolgiamo quindi direttamente ai lavoratori. 

- L'istruzione operativa di gestione dell'emergenza Covid-19 pubblicata sulla Intranet aziendale del 4 giugno non è stata oggetto né di preventiva informazione né di confronto con le rappresentanze sindacali e non è da considerarsi un documento condiviso. Discutiamolo nella sua concreta applicabilità: invitiamo tutti i lavoratori ad attuarne i punti fondamentali e a confrontarsi per l'applicazione con i dirigenti. Ricordiamo che la probabilità di diffusione del virus sono connesse anche a quanto facciamo e faremo nei luoghi di lavoro.

 

- A parte qualche eccezione, nessuna informazione e formazione in merito alla sicurezza risulta essere stata impartita al personale che in questi giorni sta già rientrando negli uffici, nei laboratori e in esterno. Negli uffici la gestione è spesso lasciata alla libera interpretazione delle norme. Come lavoratori rivendichiamo nei confronti di tutti i dirigenti di SC e di SS indicazioni chiare per quanto riguarda le procedure di utilizzo e distribuzione dei DPI, la gestione degli spazi, l'accesso alle sedi, della cartellonistica, del controllo della temperatura (un termoscanner non supera 100 euro!) ovvero di tutto quanto non è stato fatto sino ad oggi.


- Oltre la "discutibile" fornitura di mascherine che abbiamo visto in questi mesi, la Direzione non ha attuato alcun intervento concreto per limitare la probabilità di diffusione del virus nei luoghi di lavoro, a partire dal lavoro nelle sedi: ad oggi siamo ancora alla sola raccomandazione di prevedere la presenza di un solo operatore per ufficio, quando già in diversi uffici la copresenza è la regola e non l'eccezione. Facciamo rispettare questa fondamentale misura di precauzione.


- Senza alcuna valutazione degli spazi, le indicazioni sul rientro generalizzato in ufficio che i dirigenti stanno dando al personale in questi giorni sono in aperto contrasto con la previsione di garantire la presenza di un solo lavoratore per ufficio. Il tutto avviene in ossequio di indicazioni della Direzione Generale che sono state impartite (come accade da quattro mesi) senza alcuna informazione e consultazione delle rappresentanze sindacali.


- L'attuale quadro normativo, compreso il "Decreto rilancio", prevede, anche in questo periodo di ripartenza delle attività e di riapertura degli uffici, che la modalità ordinaria di svolgimento del lavoro nella pubblica amministrazione sia lo smartworking, con l'eccezione delle attività che necessariamente devono essere svolte in presenza. Siamo consapevoli che questo smartworking non sia il miglior lavoro agile possibile: ci è stato "concesso" a fatica e "imposto" privo di diritti: la Direzione continua a negare qualsiasi regolamentazione condivisa. Le attività indifferibili che possono essere svolte (in parte o del tutto) da remoto, possono e devono essere svolte in modalità agile, dove possibile anche sino a 5 giorni la settimana. L'affermazione contraria non è supportata da alcun riferimento normativo e va rigettata. 

Dimostriamo insieme che i lavoratori sono in grado di pretendere e garantire sicurezza e diritti per tutti. 

USB P.I. Arpa Piemonte