Torino, blocco degli sfratti: quei paletti che significano persone per strada, il 4 gennaio picchetto in via San Domenico
Appena prima di Natale, è uscita su tutti i giornali la notizia del rinnovo del blocco degli sfratti fino al 30 giungo contenuta nel nuovo decreto Milleproroghe.
Stampa e politici si sono però affrettati a specificare che questo blocco ha dei “paletti” ovvero secondo quanto scritto nella bozza del decreto legge, il blocco sarebbe valido solo per la “ sospensione dell’esecuzione dei cosiddetti “sfratti per morosità” (provvedimenti di rilascio adottati per mancato pagamento del canone alle scadenze), degli sfratti relativi a immobili pignorati abitati dal debitore esecutato e dai suoi familiari e degli sfratti aventi ad oggetto l’abitazione principale del debitore”.
Una misura emergenziale che sicuramente va a salvaguardare tanti che hanno subito nello scorso anno sentenze di sfratto e che si attendono l’esecuzione coatta della sentenza e l’allontanamento dalla loro abitazione, ma che purtroppo lascia scoperti tanti che rimangono vittima di decenni di deregolamentazione dei contratti di affitti.
I “paletti” di questo blocco degli sfratti leggendo la bozza del decreto in circolazione sembra che lascino aperta la possibilità di sfrattare gli inquilini per “Finita locazione” (ovvero con contratto scaduto) senza minimante tenere conto della condizione oggettiva che l’inquilino sta vivendo a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria.
Questa “svista”, oltre penalizzare chi si trova con un normale contratto di affitto 4+4 in scadenza in questo periodo, colpisce i tanti che subiscono contratti “transitori” che hanno durata da 1 a 18 mesi senza automatismi nel rinnovo o gli studenti che hanno contratti specifici di durata di pochi mesi. Contratti “concordati”, firmati e sottoscritti grazie a “sindacati degli inquilini” ormai al servizio dei proprietari più che degli inquilini.
Purtroppo, spesso chi è titolare di simili contratti fa parte di categorie sociali ormai cronicamente precarie e senza tutele: giovani, studenti, migranti. Categorie alle quali i proprietari non si fidano ad affittare con contratti a lungo termine e che in tanti casi hanno perso il lavoro o i redditi minimi per andare avanti a causa del lockdown e della conseguente crisi economica.
Questa situazione è frutto delle liberalizzazioni dei contratti di locazione e della mancanza di qualsiasi intervento strutturale pubblico sulla tematica abitativa. Serve un vero blocco degli sfratti e l’adeguamento dei canoni di affitto a ribasso, un nuovo piano di edilizia residenziale pubblica con la creazione di almeno un milione di case popolari, politiche per l’abitare rivolte agli studenti che garantiscano veramente il diritto allo studio per chi ha bassi redditi fornendo residenze universitarie pubbliche e non student Hotel costosissimi che nascono come funghi nelle città universitarie.
È necessaria una risposta all’emergenza che affronti il problema non dal lato della rendita (offrendo fondi ai proprietari) ma che lo affronti dal lato del diritto alla casa per tutti.
Se il decreto rimarrà come nella bozza circolata, il rischio enorme è che gli sfratti ripartano già da Gennaio per molte persone che, da un momento all’altro e con pochissimo preavviso si ritroveranno in mezzo ad una strada. Come abbiamo già fatto durante il primo lockdown con la campagna per il blocco degli affitti e delle utenze, anche adesso ci mobiliteremo perché il diritto alla casa venga garantito a tutti.
Infatti, se ricominciano gli sfratti ricominceranno anche i picchetti e per questo, lunedì 4 gennaio saremo in via san Domenico 21 a Torino per evitare che una studentessa universitaria rimasta senza lavoro e reddito sia la prima vittima di questo blocco a metà.
Qui l'evento e ulteriori info: https://fb.me/e/4zwXjflxp
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