Centro di permanenza e rimpatrio, il nuovo campeggio dei VVF di Torino

Torino -

Negli ultimi anni la “collaborazione” tra i Vigili del Fuoco e le FFOO, ha visto assumere le più svariate forme anche grazie alla fantasia dei dirigenti VVF locali sempre pronti ad assecondare le richieste provenienti dall’esterno il CNVVF, riteniamo che però questa volta al Comando VVF di Torino abbiamo fatto un ulteriore scatto in avanti (o forse indietro). In breve utilizzando il fantastico Dlgs 139/06, ma mascherandolo opportunamente sotto la più confortevole dicitura di convenzione tra i Dipartimenti delle libertà civili (!) e l’immigrazione e dei VVF, si predispone la presenza di una squadra VVF, al momento nelle ore notturne e senza un limite temporale (!), all’interno del Centro di permanenza e Rimpatrio di Torino.

I VVF di Torino per tantissime cose negli anni sono stati precursori ed innovatori, ma per questa “cosa” il primato ce lo saremmo risparmiato volentieri; la disposizione che alleghiamo, rende perfettamente l’idea dell’ambiente che i VVF troveranno all’interno del CPR. Alcune cose, per completezza le dobbiamo evidenziare, la struttura del CPR si trova 2,5 Km dalla sede di servizio di Grugliasco e a 6 Km dalla sede Centrale; stiamo parlando di una struttura in cui nel corso dell’anno 2020 siamo intervenuti 5/6 volte, pertanto ci sfugge la logica della presenza di una squadra VVF all’interno del CPR. Altra chicca è la sistemazione che si è pensata di adottare per i VVF: è stata piazzata una tenda esattamente come quando operiamo nella calamità naturali.

A questo punto ci chiediamo per qual motivo, improvvisamente a qualcuno si sia accesa una lampadina domandandosi perché non mettere anche i VVF nel CPR?

Ovviamente qualcuno penserà alla DdS che precede le modalità di esecuzione del servizio, sarà stata il frutto di un lungo e serrato confronto tra le rappresentanze del personale e la dirigenza del Comando? Sì il confronto ce stato, ma non come molti potrebbero pensare, le solite noiose riunioni intorno ad un tavolo o in videoconferenza, no come dicevamo a Torino siamo dei precursori, siamo smart e molto tecnologici (solo quando fa comodo a qualcuno, ma di questo ne parleremo prossimante) le riunioni sindacali si fanno tramite chat su di una notissima applicazione per smartphone; per precisione USB da quella chat si è tolta, pertanto il ns. contributo è avvenuto seguendo i canali classici, perché in realtà una prima bozza ci è giunta indirettamente ed abbiamo prontamente, congiuntamente ad un’altra OS, rappresentato le nostre obiezioni e perplessità che in parte sono state accolte.

Qualcuno potrebbe dire: in questo modo si fanno guadagnare dei soldi al personale; giusto! nulla da eccepire, al di là del fatto che i soldi andrebbero guadagnati attraverso il giusto riconoscimento del lavoro che quotidianamente i VVF svolgono (guardiamo solo cosa sta avvenendo sul nostro territorio in questi giorni) e che il ricorso allo straordinario sta diventando una cosa insopportabile, utilizzato dall’amministrazione per sopperire a carenze riguardanti tutti i settori, ma perché allora non si decide che lo straordinario sia autorizzato una volta tanto in modo preventivo? Ad esempio, la meteorologia ha toccato delle punte di precisione pressoché assolute, allora perché non si prevedono dei livelli di richiami di personale nei comandi, a seconda della dichiarazione di allarme arancio/rosso per implementare il dispositivo di soccorso? Perché quando sono emanate le disposizioni di preallarme per sezioni operative non si prevede il rientro di personale, evitando così che nell’eventualità di invio delle CCMMRR i comandi si trovino con l’acqua alla gola per gestire il soccorro? Già perché?

A questo punto fateci fare i sindacalisti, non è che ormai l’Ordine Pubblico ha assunto valenza politica e che quindi più o meno direttamente porti consenso mentre la prevenzione, in questo caso che riguarda i Vigili del Fuoco, non porti alcun tipo di vantaggio?

Il Coordinamento Provinciale

      USB VVF TORINO