Dal Piemonte alta adesione allo Sciopero Generale
“VIA I GOVERNI DELL’AUSTERITÀ DALL’ITALIA E DALL’EUROPA”. Dietro  questo striscione hanno sfilato in corteo a Roma oltre 50.000  manifestanti, scesi in piazza per lo sciopero generale di 24 ore indetto  dall’USB insieme ad altre sigle sindacali di base.
 
 La  riuscita dello sciopero e del corteo è andata oltre le migliori  aspettative degli organizzatori, che condannano l’allarmismo diffuso per  oscurare le ragioni della protesta, che nel mondo del lavoro si fa  invece sempre più forte, determinata e ragionata.
 
 “Questa  piazza dimostra che esiste l’alternativa sindacale”, ha affermato dal  palco di piazza San Giovanni Pierpaolo Leonardi, dell’Esecutivo  nazionale USB. “Nei posti di lavoro Cgil Cisl e Uil diffondono la  rassegnazione, arrivando persino a paventare manifestazioni a sostegno  del governo Letta in crisi. Un governo – ha attaccato Leonardi – che con  la legge stabilità mantiene inalterata l’attuale iniqua distribuzione  della ricchezza,  e persevera nelle politiche di massacro sociale sotto  dettatura della UE e della troika, come dimostra la nomina a  supercommissiario di un membro del FMI. Ma il mondo del lavoro non si fa  ingannare e non si piega – ha avvertito Il dirigente USB - e da qui  bisogna ripartire per ridettare l’agenda:  un piano straordinario per  occupazione; per il diritto alla casa, alla sanità, al reddito alla  conoscenza; contro l’erosione delle pensioni e per la riduzione dell’età  pensionabile; per l’ orario di lavoro e contratti; per libertà  e  democrazia nei luoghi di lavoro”, ha concluso Leonardi.
 
 I primi  dati sullo sciopero confermano la necessità dell’azione di lotta: molti  i voli cancellati, i servizi pubblici bloccati,  con una forte adesione  in, INPS, nei comuni, nella sanità e negli uffici territoriali.  Fortissimo il dato del trasporto pubblico locale: il 100% dei mezzi  fermi a Pisa; 90% a Terni; 80% a Bologna; 65% a Ferrara; 70% a Reggio  Emilia; all’ACTV di Venezia ha incrociato le braccia l’81% del personale  nel trasporto automobilistico ed il 70% di quello marittimo; 70% a  Torino e provincia; a Milano metro chiusa e bus fermi al 75%; 50% a  Trieste; 40% a Gorizia; 45% a Livorno; si è fermato il 70% dei mezzi nel  tpl regionale della Sicilia ed il 40% nella Calabria; 45% nelle Marche.  I dati del Tpl sono inoltre tutti destinati a salire nella fascia  pomeridiana e serale in tutti i territori.
 
 
 Il corteo, aperto dai migranti e  rifugiati, seguiti dai lavoratori dell’ILVA e dai Vigili del Fuoco in  divisa, ha visto la partecipazione di lavoratrici e lavoratori da tutte  le regioni e di tutti i settori: dal del commercio a Telecom; da  Mirafiori alla Sigma Tau; dal Poligrafico di Roma e della Puglia; e poi i  lavoratori di Alitalia, del settore logistica, il coordinamento  ferrovieri.
 
 Tanti i dipendenti pubblici, dalla sanità ai  ministeri, dagli enti locali alla ricerca; tutti riuniti dietro lo  striscione “PUBBLICO IMPIEGO INCAZZATO”. Tutti insieme ai precari, i  pensionati, i licenziati ed i cassaintegrati, i movimenti di lotta per  la casa.
 
 Folte le rappresentanze dei movimenti per la difesa di  salute e ambiente: No Muos, No Tav, il Forum Italiano dei Movimenti per  l’Acqua; dalla Campania le Mamme Vulcaniche ed il Comitato contro  l’inceneritore di Giuliano/Acerra;  rappresentanti dei movimenti sociali  e per il diritto all’abitare.
La lotta continua...
 
							     
    
			 
							 
							 
							 
        						 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
    
			 
    
			 
    
 
    
