Diritto di sciopero, la mannaia della Commissione di garanzia sulla Logistica
Con una pessima esternazione sul Sole 24 ore del 10 giugno, la Commissione di Garanzia sul diritto di sciopero dichiara che sta ragionando sulla necessità di ampliare le limitazioni della 146 ad un altro settore devastato dagli appalti, ossia alla logistica. L‘estensione della limitazione del diritto di sciopero nei settori del privato è uno dei temi centrali del documento che la CGSSE presenterà in audizione alle Camere e al governo Draghi entro fine giugno.
La CGSSE si dice pienamente consapevole della condizione dei lavoratori soggiogati dagli appalti e subappalti nell’igiene ambientale, nel TPL, nelle cooperative, riconosce l’abuso da parte degli enti pubblici nel ricorrervi al solo scopo di abbassare drasticamente il costo del lavoro e di come questo sistema garantisca profitto ai privati e una ingiusta riduzione dei diritti dei lavoratori grazie al dumping contrattuale, alla precarietà e alla salute e sicurezza dei lavoratori.
La Commissione ovviamente non può negare la realtà drammatica degli appalti, dove i committenti spesso non pagano o pagano in fortissimo ritardo appalti assegnati grazie a forti e fortissimi ribassi, con pesanti ricadute sui dipendenti che non ricevono i salari, a volte per mesi.
“È tempo di prendere atto del pressoché totale ricorso a forme di esternalizzazione a soggetti privati”, dichiarano i cosiddetti garanti, anche quando non riguardano specifiche attività tecniche per poi passare, in maniera strumentale, a prendere in esame le ragioni degli scioperi nella logistica e quello più recente in Amazon.
La CGSSE, infatti, formulerà a Governo e Parlamento l’ipotesi di estendere l’applicazione dell’art.2 della legge 146, relativo ai servizi essenziali, anche agli appalti e ai committenti.
Secondo questo progetto le stazioni appaltanti, come Amazon o GLS potrebbero essere coinvolte nel processo di conciliazione presso le Prefetture, dove la Commissione di Garanzia sul diritto di sciopero farà il bello e cattivo tempo con le sue istruttorie che mirano ad annichilire il diritto dei lavoratori a difendersi e contrattare.
È un sistema funzionale allo sfruttamento dei lavoratori, lo abbiamo visto applicare sistematicamente durante la pandemia, tanto con il divieto di sciopero che con le denunce.
Il Decreto Semplificazione, che interviene sul Codice degli Appalti per liberalizzare ancora di più questo strumento di sfruttamento, insieme allo sblocco dei licenziamenti, si muove nella direzione di accogliere le richieste dei padroni e dell’UE sulla pelle dei lavoratori.
Le Big Company della logistica e dell’e-commerce, segmenti importanti della catena del valore che erano già in forte crescita, con la pandemia hanno visto crescere ulteriormente i profitti. I miliardi del PNRR rappresentano ancora di più una ghiotta occasione per il padronato e per gli speculatori internazionali che pretendono di governare con mano libera questi processi.
In questi giorni USB ha proclamato uno sciopero nazionale del settore privato, un pacchetto di 8 ore di astensione dal lavoro articolate a livello territoriale, con presidi davanti a Confindustria e alle prefetture, proprio contro le ultime decisioni del governo Draghi su questi temi.
Non lasciamo che le nostre vite siano a totale disposizione dei loro profitti!
USB Lavoro Privato
10/06/21