Esternalizzazione degli operatori socio-sanitari. A vantaggio di chi?
Apprendiamo che attraverso la Deliberazione n. 83 ad oggetto PERSONALE CON PROFILO PROFESSIONALE "OPERATORE SOCIO SANITARIO". ATTO DI INDIRIZZO, circa un mese fa il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese di fatto dava il via libera alla copertura del futuro fabbisogno di OSS presso strutture e unità territoriali mediante utilizzo di personale esternalizzato. E al di là del fatto che la delibera parla della trasmissione alle organizzazioni sindacali provinciali e di categoria, ma che USB non l’abbia ricevuta, non ci risulta che le altre sigle presenti al Consorzio abbiano fatto sentire la loro voce in merito.
Innanzitutto in un passaggio del documento si parla di “core business del Consorzio in termini di servizi” e questa espressione tipicamente privatistica francamente ci pare piuttosto anomala, considerato che il CSAC è un ente pubblico (che quindi dovrebbe semplicemente attenersi al pareggio di bilancio), ma la cosa che ci sorprende di più è che la scelta in questione viene motivata adducendo sia l’avanzata età degli OSS che le limitazioni loro prescritte dal Medico competente. Tuttavia non è logico pensare che, tra gli OSS oggi in servizio, quelli che negli anni hanno accumulato importanti problematiche psico-fisiche siano proprio coloro che stanno per andare in pensione, e che quindi potrebbero essere sostituiti mediante un semplice turn-over con dipendenti giovani, senza limitazioni di sorta? Non ricorderemo qui gli svantaggi dell’essere dipendente di una ditta esterna (cioè precario nel proprio ruolo) rispetto all’avere un contratto pubblico, perché siamo sicuri che chi legge questo volantino conosca bene la differenza.
La risposta alle nostre obiezioni la immaginiamo già: “Gli operatori Socio-sanitari che oggi hanno un contratto a tempo indeterminato con il Consorzio non devono temere niente, il loro posto di lavoro è garantito”. Certo, sicuramente sarà così, ma come USB pensiamo che gli interrogativi debbano andare oltre la sfera individuale e quotidiana dei lavoratori, che certamente è importante, ma che non è tutto in una società in cui il ruolo di dipendente pubblico e quello di fruitore di servizi sono sempre più connessi (ne è la prova la difficile situazione che tutti stiamo vivendo da inizio marzo).
CHIEDIAMO SUBITO AL CONSORZIO DI RIVEDERE UNA SCELTA CHE, NE SIAMO CONVINTI, NON PORTERÀ BENEFICI. NÉ AI LAVORATORI, NÉ ALLA COLLETTIVITÀ