LA FABBRICA SANITA' PRODUCE DISASTRI A CATENA
Non c’è pace per la Sanità in Piemonte. Un percorso, quello della riforma sanitaria prevista dalla Giunta capitanata dal Governatore Cota, in salita fin dagli inizi.
Un percorso che ha visto "innovazioni importanti "per i piemontesi: i pannolini gratis per 6 mesi ,lo scontro Zanon-Ferrero, l’odore di tangenti , l'arresto e le dimissioni dell'Assessore alla sanita' Ferrero, l’aumento del ticket sanitario, l’annunciata chiusura di strutture sanitarie, la nomina di Monferino (ex manager Iveco) quale manager della sanita' piemontese, per arrivare infine, al paradosso: la Giunta regionale approva il progetto dell’opera “città della salute” in tempi rapidissimi ma, a due anni dall’insediamento della Giunta di centro destra, i cittadini piemontesi non hanno idea di cosa succederà alla Sanità in Regione.
I cittadini, quelli che hanno bisogno delle strutture sanitarie pubbliche, vedono e vivono lo stato in cui versano i Pronto Soccorso ed i reparti dei maggiori ospedali della Regione.
Ospedali dove mancano i cuscini, le coperte, le medicine ,Ospedali dove sono stati cancellati 4000 posti letto negli ultimi dieci anni. Ospedali dove il personale impegnato nella battaglia più difficile (quella di salvare e curare vite umane) è costretto a lavorare in condizioni pesantissime, sotto organico, con continui riposi saltati, montagne di ore di straordinario mai pagate.
Sono di questi giorni le dichiarazioni degli addetti ai lavori che lanciano un grido di dolore, la sanita' in Piemonte è malata e chi è preposto a trovare la soluzione risponde in modo confuso, raffazzonato, dando l'impressione di essere piu' vittima di pressioni dell'apparato politico (ora questo, ora quello) che di avere un progetto vero che vada nella direzione di salvaguardare qualita' del servizio e tutela dei lavoratori.
In aggiunta alla voce dei medici va fatta sentire forte e chiara la voce degli infermieri, di tutto il personale paramedico e del comparto, quelli che CGIL, CISL, UIL e NURSIN-UP cercano di comprare, dopo aver svenduto i loro diritti, con biglietti omaggio per le giostre, convenzioni con assicurazioni di qualunque tipo, abbonamenti in palestre scontati......
Specchietti per le allodole!!!!
Questa è la situazione in cui grava la Sanità piemontese alla vigilia dell’annunciata riforma Cotiana.
Una riforma alla Monti: lacrime&sangue. Binomio perfetto se usato per parlare di ospedali e sanità. Una riforma dove gli aumenti sulle prestazioni arrivano con mesi di anticipo e i tagli di cui tanto si parla non partono mai dall'alto. TANTO LA CRISI LA PAGANO COME SEMPRE I LAVORATORI .
L’unica notizia che pare essere sicura è l’istituzione di 6 nuove Federazioni sanitarie, con il relativo accorpamento delle Asl piemontesi. Questo per favorire la “rete” (cosi' cita il documento di presentazione). Cosa comportera' esattamente questo accorpamento nell'organizzazione del lavoro, per i cittadini e per la spesa complessiva difficile stabilirlo ora, i documenti si avvicendano di settimana in settimana spesso contraddittori tra loro.
In termini spiccioli, l’istituzione delle 6 Federazioni sanitarie, significa l’istituzione e la creazione di 6 nuove, ambitissime, poltrone. Perché creare sei nuovi posti di lavoro (pagati, anzi, STRAPAGATI), in tempo di crisi è un fatto eccezionale! I CITTADINI ED I LAVORATORI DELLA SANITA' PIEMONTESE NE SENTIVANO LA MANCANZA!!
Nuovi tagli significano perdita di posti di lavoro, chiusura E RIDIMENSIONAMENTO (già annunciate) di strutture sanitarie con relativa ripercussione negativa sui servizi alla popolazione.
E in questo panorama deprimente e desolante c’è sempre chi è pronto a trarre beneficio dal cattivo funzionamento della macchina sanità ( vecchia ma sempre attuale strategia... ): il privato. L’eterno scontro privato-pubblico. I Si "regalano "sempre piu' pezzi del servizio pubblico all' imprenditoria con un travaso di montagne di denaro dal pubblico al privato che è oramai sotto gli occhi di tutti. L’aumento del ticket, ad esempio, favorisce la concorrenza a favore del privato che, in alcuni casi, offre servizi che risultano in apparenza più convenienti di quelli offerti dal pubblico.
Questa è la riforma che ci prepariamo a salutare in Piemonte. Una riforma voluta e proposta da un ex direttore Iveco. Una riforma dove il paziente perde la sua umanità per diventare un numero statistico da inserire nel grande libro della nuova Fabbrica Sanitaria Piemonte.
Torino 24 febbraio 2012
USB PUBBLICO IMPIEGO PIEMONTE
SETTORE SANITA’