Licenziato RSA e dirigente USB Marco Avataneo: atto di ritorsione che non ferma la vertenza contro la povertà salariale
La Cooperativa Arcobaleno, che gestisce la raccolta differenziata della carta nel Comune di Torino, ha licenziato il nostro delegato e dirigente sindacale Marco Avataneo. Questo atto di ritorsione giunge al culmine di un crescente clima di tensione, determinato dalla vertenza sindacale aperta da USB per richiedere l’applicazione ai soci della cooperativa del contratto di settore, quello dell’igiene ambientale, in luogo del contratto cooperative sociali.
L’insofferenza della cooperativa nell’affrontare le questioni sindacali si è riversata nell’attacco diretto all’attività sindacale, portata avanti dai delegati Marco Avateneo e Giancarlo Tanganelli. Dal momento della loro iscrizione a USB hanno iniziato ad arrivare richiami disciplinari, mai ricevuti prima, per ogni minima questione. Marco è stato incaricato da USB del ruolo di RSA, atto che la cooperativa non ha mai inteso riconoscere. Presentatosi alle elezioni RLS avviata dell’azienda, Marco è risultato il candidato più votato con più di 90 voti ma l’azienda, visto l’esito, ha deciso di annullare la procedura di voto e accettare invece la nomina RLS della Cgil, che fin dall’inizio ha agito strumentalmente per limitare l’azione di USB. La cooperativa si è messa di traverso, negando lo svolgimento delle elezioni RSU, che USB ha avviato dopo aver raccolto le firme e presentato una lista con 3 candidati. Nominato dirigente sindacale dagli organismi provinciali, a Marco è stato anche contestato disciplinarmente di aver affisso un volantino USB nella bacheca sindacale (dedicata alla sola Cgil secondo l’azienda), così come gli è stato contestato di aver postato un comunicato stampa a seguito del ribaltamento di un mezzo di raccolta e della sua denuncia riguardo importanti violazioni della sicurezza. Il clima di odio che alcuni soggetti hanno contribuito a creare intorno a Marco (e Giancarlo) hanno portato a episodi di aperta minaccia nei loro confronti.
Il licenziamento giunge il giorno dopo la consegna della diffida legale con la quale si richiedono alla cooperativa le differenze retributive per 16 anni di lavoro senza l’applicazione del contratto di settore. Il motivo del licenziamento sarebbe la condivisione sullo stato del suo profilo WhatsApp di una fotografia che lo ritrae, insieme ai compagni, durante un presidio USB sotto la partecipata comunale AMIAT (committente), sotto la quale compariva, del tutto inavvertitamente, un commento, non scritto da lui, ritenuto denigratorio per l’immagine aziendale.
Non sarà questo odioso gesto a fermare la vertenza avviata da USB per condurre i lavoratori fuori dalla sacca di povertà salariale su cui finora la cooperativa Arcobaleno ha basato le sue chances di successo nel contorto mercato degli appalti. L’aggravante è la mistificata missione sociale di questa cooperativa: nata nell’alveo del solidarismo sociale del Gruppo Abele, si è posta come finalità sociale l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e questa sarebbe, a suo giudizio, la motivazione per cui i suoi soci, che operano nel settore dell’igiene ambientale, debbano essere retribuiti meno dei loro colleghi dipendenti di altre aziende.
Tuttavia, la cooperativa Arcobaleno se ne faccia una ragione: ormai la voragine è stata aperta e questo licenziamento la apre ancora di più, la battaglia verrà condotta fino in fondo perché l’intenzione di USB è ridare ai lavoratori sfruttati e sottopagati il cammino per riconquista della dignità del lavoro.