PER SOTTERRARCI…RENZI SCOPRE LE CARTE

USB Università Piemonte

Torino -

E’ ormai chiaro che il Governo Renzi è l’esatta continuazione di chi lo ha preceduto, continuando a far pagare la crisi ai Lavoratori Pubblici che dal 2009 hanno i salari bloccati e vedono aumentare a dismisura la precarietà nei posti di lavoro, essendo quasi totalmente bloccato il turn over.

Le promesse propagandistiche di Renzi in proposito stanno smontandosi, e continueremo ad avere salari bloccati fino al 2020, l’impossibilità di stabilizzare i precari e di sostituire il personale che va in pensione, il tutto a discapito del futuro di intere generazioni e del funzionamento dei servizi pubblici.

L’Università sconta tali scelte in misura maggiore avendo dovuto aumentare i costi in applicazione della riforma Gelmini a fronte di un progressivo taglio del finanziamento pubblico, che ora Renzi conferma essere lineare, applicabile cioè a tutto il pubblico Impiego, dimostrando che i tagli mirati promessi con la spending rewiev erano esclusivamente propagandistici.

 

ALLA FACCIA DELLE PROMESSE FATTE SULLO SVILUPPO DELLA CONOSCENZA !

 

USB denuncia che il protrarsi dell’attuale situazione che vede l’Italia essere fanalino di coda europeo in tema di salari e di finanziamenti, non può che portare alla distruzione del sistema universitario italiano, accentuando la fuga di cervelli e di intere generazioni all’estero.

Le scelte sbagliate fatte da politici e dirigenti non possono essere pagate dai lavoratori e soprattutto dal personale non docente dell’Università che vive condizioni di sotto-inquadramento, di precariato e con salari al limite della sopravvivenza.

Se Renzi e i suoi Ministri credono di attenuare il malessere presente riconoscendo aumenti retributivi alle forze dell’Ordine, funzionali a reprimere il dissenso crescente, non fanno i conti con una realtà che a partire dal Mondo Universitario e Studentesco sta esplodendo, manifestando con tutte le sue forze il malessere sociale, rivendicando i diritti al LIBERO SAPERE e al LAVORO.

A tal proposito pretendiamo una diversa impostazione dei prossimi provvedimenti inerenti la distribuzione dei fondi agli Atenei, abbandonando i criteri di valutazione che nel 2013 hanno premiato gli Atenei che hanno ceduto le loro attività alle Fondazioni private e quelli che hanno elevati contributi studenteschi realizzando di fatto l’Università classista che era stata superata da decenni..

Il finanziamento pubblico dell’Università va adeguato agli standard europei, abbandonando l’utilizzo in corso di strumenti premianti che non servono alla crescita, ma sono solo punitivi nei confronti di Atenei già sofferenti a causa della crisi economica dei territori in cui sono collocati e degli interventi di spending review che ne hanno costantemente ridotto il fondo ordinario.

E’ necessario poi sbloccare il turn-over nelle Università, essendo paradossale che gli Atenei adeguatisi con enormi sacrifici ai vincoli finanziari, non possano utilizzare risorse proprie soprattutto per stabilizzare i tantissimi precari, a vario titolo indispensabili affinché vengano svolti i compiti istituzionali.

La programmazione del personale dell’Università deve anche poter permettere il riconoscimento professionale del personale T.A.B., possibile come previsto dal CCNL di categoria, smettendola di prestare attenzione solamente alle carriere dei Docenti e dei Dirigenti dell’Università.

 

IL GRASSO CHE COLA E’ QUELLO CHE PESA DI PIU’ !

 

Esigiamo il blocco della strategia di impoverimento del personale TAB che, oltre a vedersi i salari fermi dal 2009 , viene continuamente e pesantemente penalizzato dall’intervento dei vari organismi di controllo del M.E.F. che con arroganza intervengono nell’utilizzo del salario accessorio, annullando gli accordi integrativi e pretendendo la restituzione di parti salariali consistenti.

USB, che da tempo denuncia che la strategia di regalare all’imprenditoria speculativa privata la gestione dei servizi pubblici sta cancellando lo stato sociale bruciando il presente ed il futuro di intere generazioni, sarà attiva in piazza e nei posti di lavoro con Studenti, lavoratori, Disoccupati e Pensionati per

 

-fermare i processi di privatizzazione dei servizi

-difendere lo stato sociale ;

-rivendicare il diritto al lavoro e a salari dignitosi ;

-bloccare la strategia distruttiva della Troika europea.

 

Inizieremo a farlo con altre organizzazioni sindacali e sociali antagoniste partecipando al presidio di mercoledì 8 ottobre a Milano dove dalle 9 alle 16 in piazza Stefano Türr (zona Fiera) facendo sentire il nostro malessere ai Ministri Europei del lavoro che con Renzi faranno un summit per trasformare in merce di scambio i nostri diritti e il nostro futuro.

Sarà l’inizio di una serie di manifestazioni che culmineranno negli scioperi generali del 24 ottobre e del 14 novembre indetti da USB e da altre organizzazioni sindacali antagoniste.

 

lombardia.usb.it/index.php

 

Per info Paolo Barisone 3357756202

 

 

Unione Sindacale di Base del Pubblico Impiego Piemonte-Università