Privatizzazioni? Tutti d’accordo e pronti!
Nei giorni scorso ci siamo domandati quali fossero i presupposti e le richieste per il rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri. Non abbiamo avuto mai risposte dai rappresentanti di quei sindacati che detengono l’esclusività dei tavoli di trattativa e ne difendono caldamente il monopolio, con la complicità degli enti datoriali.
In questi giorni leggiamo volantini dai vaghi contenuti, spesso contrastanti. Tra le parole astratte dei comunicati e delle citazioni a linee guida, parlano di tutto per non parlare di nulla; un concetto però ben chiaro, passa direttamente da parole così espresse testualmente: “il contratto Autoferrotranvieri-internavigatori (Mobilità Tpl) dovrà servire anche a compensare l'assenza di un adeguato quadro regolatorio al fine di accompagnare i processi di liberalizzazione, ma soprattutto per garantire stabili livelli occupazionali, salariali e normativi, anche allo scopo di evitare il dumping contrattuale.”
Questo concetto viene rafforzato da un altro recente volantino che recita: “Lo sciopero nazionale dell’8 febbraio p.v., che inevitabilmente provocherà disagi all’utenza, è stato proclamato non solo per il mancato rinnovo del CCNL, ma anche a supporto di una riorganizzazione del settore, che dovrà considerare una nuova forma di domanda di mobilità ed offrire un servizio di trasporto pubblico organizzato ed efficiente. Tale processo dovrà determinare una riorganizzazione del sistema, favorendo aggregazioni e fusioni d’impresa.”
Tutti sappiamo che la sfrenata privatizzazione delle aziende del TPL avviata da qualche anno, (ora più che mai rappresentata e rafforzata da un fautore delle privatizzazioni ex capo della Banca Centrale Europea e oggi Presidente del Consiglio incaricato, al quale, il segretario generale della Cgil ha già espresso apprezzamento) non sta portando un miglioramento del servizio offerto, ma un abbassamento del costo del lavoro degli operatori di esercizio, essendo l’unico margine di guadagno per i privati del settore.
Le successive aggregazioni di queste aziende costituiranno una inevitabile armonizzazione al ribasso dei lavoratori, un arricchimento dei privati con finanziamenti pubblici e la perdita del diritto alla mobilità per i cittadini di fascia debole e delle periferie.
Ebbene ognuno faccia le proprie considerazioni, ma chi promuove questo sciopero e va a firmare i contratti nazionali è direttamente responsabile del nostro futuro prossimo.
Chi avalla e aderisce a questo sciopero deve essere consapevole che così facendo, si va verso una direzione diversa che ognuno di noi auspica nei risultati di un rinnovo contrattuale.
USB Lavoro Privato Piemonte - Trasporti
Torino, 6 febbraio 2021