Teatro Regio Torino: l’ennesimo accordo da “accordare”
Rispetto all’accordo tra Fondazione e la RSU presentato in assemblea il 1° dicembre 2022, ai successivi diversi comunicati e alle più diverse (e sincopate) posizioni sindacali, manca la posizione di USB, che però ritiene di avere le idee chiare, così come una propria visione dei fatti.
Intanto, nel merito dell’accordo proposto: USB e il suo delegato sindacale, Dario Gatti, ritengono che gli elementi della proposta aziendale siano insufficienti e non meritevoli di essere avallati dal nostro sindacato: una dichiarazione d’intenti anche condivisibile, ma che non garantisce le assunzioni essenziali al funzionamento del Teatro. Non c’è un preciso e inequivocabile impegno a rinforzare la struttura operativa e le carenze di personale riguardo TUTTE le attività del teatro; è comunque tutto sempre vincolato ai lacci e ai vincoli del bilancio. Se vi è un’intenzione di adeguare, parzialmente, la pianta organica nel comparto artistico, MANCA del tutto l’intenzione ad investire e ad assumere nel comparto tecnico e amministrativo. In tal modo si continua a perseguire una fisionomia del teatro scompensata e sbilanciata: il comparto tecnico, già fortemente indebolito e inadeguato viene ulteriormente oscurato. A cosa prelude tutto ciò? Se s’intende in tal modo precarizzare ulteriormente il teatro e aprire i varchi per le cooperative e gli appalti, noi non siamo d’accordo.
In secondo luogo ci sembra come minimo molto singolare la forma con la quale gli RSU, senza il consenso del nostro Dario Gatti, ritengono che l’accordo sia stato APPROVATO dalla maggioranza dei lavoratori con diritto di voto presenti all’assemblea, senza neanche averlo condiviso anzitempo coi lavoratori. Il numero dei contrari e degli astenuti è più alto del numero dei favorevoli ma l’accordo risulterebbe approvato! Su quali basi logiche e normative non è dato sapere.
A nostro avviso, per l’approvazione di tutti gli accordi, e in particolare di quelli dubbi o dibattuti bisognerebbe procedere come previsto dall’art. 21 della L.300/70 (Statuto dei Lavoratori), ovvero con il referendum. È chiaro che tramite un referendum un accordo è approvato se a favore si esprime il 50%+1 dei votanti. Perché dunque non dovrebbe essere lo stesso con il voto palese?
Un “accordicchio” dunque, sia nel merito che nella forma, che USB non approva in alcun modo: invitiamo a rivedere le posizioni e a presentare l’accordo ai lavoratori tramite un referendum e comunichiamo dunque che per USB lo stato d’agitazione non può dirsi affatto concluso.
In ogni caso riteniamo importante in questa fase il confronto tra i lavoratori iscritti e/o simpatizzanti di USB. Per tale ragione verrà presto indetta un’assemblea aperta e in presenza in Teatro, per ragionare insieme sul percorso da intraprendere.
USB Lavoro Privato Torino – Coordinamento Cultura
Torino, 7 dicembre 2022