Torino, Asia Usb scrive al comune per un tavolo sull'abitare e prosegue la battaglia in difesa di Totta, studentessa e lavoratrice sotto sfratto
Come Asia Usb stamattina abbiamo consegnato una lettera al comune di Torino. Vogliamo soluzioni reali per Totta e per tutti: studenti, precari, lavoratori e tutti quei soggetti su cui si sta ancora cercando di scaricare i costi dell'ennesima crisi. Serve un'inversione di rotta: rilancio dell'edilizia residenziale pubblica e un blocco di affitti, utenze e sfratti affinché nessuno resti senza casa. Il 24 febbraio saremo nuovamente sotto casa di Totta in via San Domenico 21 per impedire che una studentessa e precaria venga gettata in mezzo alla strada senza alternative.
Di seguito il testo inviato al comune:
richiesta di un tavolo di confronto per l'emanazione di provvedimenti di politiche sociali per il diritto all'abitare; nel particolare verso studenti, precari e fasce sociali più fragili.
Con la presente lettera chiediamo un tavolo di confronto con il comune di Torino per discutere delle politiche sociali e abitative attive nel territorio, soprattutto alla luce dell'imminente crisi sociale che avverrà alla fine del rinnovo del blocco sfratti. Infatti, nonostante il recente rinnovo dato dal decreto mille proroghe, sono già numerose le richieste di esecuzione di chi è rimasto escluso dal suddetto decreto. Questo avviene per gli sfratti per finita locazione e per le occupazioni a scopo abitativo. A causa dell'uso spropositato di tipologie contrattuali transitorie e a breve termine, a farne le spese sono per la maggior parte lavoratori precari e studenti. Le misure adottate dal governo non considerano infatti la condizione reale di fragilità sociale di una larga fetta della popolazione. Si necessita dunque una riconsiderazione dell'uso di questi contratti transitori, in quanto l'utilizzo di questi su soggetti che vivono una condizione esistenziale e lavorativa precaria fa si che gli stessi contratti risultino ulteriori strumenti di ricatto, quest'ultimo ancora più pesante data l'attuale crisi sociale, sanitaria ed economica causata dalla pandemia di Covid-19. Un rinnovo tacito di tutti i contratti di breve durata potrebbe essere un salvagente non indifferente per tutta la platea di persone sottoposte a questa tipologia contrattuale. Se già prima dell'emergenza di covid-19 le politiche sociali in tema abitativo risultavano totalmente inefficaci, la condizione di emergenza abitativa si è allargata anche alla componente studentesca (che in molti casi viveva di lavori saltuari ora saltati a causa della ristrutturazione del mercato del lavoro nei tempi delle misure di restrizioni sociali). Difatti negli anni si è preferito investire su social housing e favorire la costruzione di studentati di lusso tramite la svendita ad aziende private di aree, risorse e strutture pubbliche (l’area del ponte Mosca in Aurora, ceduta alla compagnia The Student Hotel ben al di sotto del suo valore, è solo l’ultimo esempio), piuttosto che aumentare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, rivolgendolo anche alla componente universitaria. Una tendenza, quella del pubblico che si svende in favore del privato, che rileviamo presente anche da parte degli atenei, concretizzandosi in commistioni pubblico-private, come le recenti residenze Codegone e Mollino o quella che sorgerà nella Palazzina Aldo Moro, che non risolvono il problema abitativo, ma anzi lo aggravano enormemente.
Queste sono scelte politiche inammissibili, crediamo invece che quel che serve sia:
- Misure di emergenze per le persone escluse dal blocco degli sfratti in condizione di necessità
- La ricontrattazione dei canoni agevolati per studenti, precari e di tutti i contratti di formula transitoria di breve durata, una ricontrattazione che tuteli gli inquilini e che vada in direzione di affitti calmierati per giovani, studenti e precari
- Il rilancio dell'edilizia residenziale pubblica, sia per la cittadinanza sia per gli studenti (parte integrante del tessuto sociale di questa città
- Un blocco degli sfratti e delle utenze che superi i paletti imposti dalle misure governative
Comunichiamo inoltre che ci stiamo adoperando per un tavolo di confronto anche con altri enti pubblici