USB SCUOLA ALBA PER UN NO SOCIALE AL REFERNDUM
Si è svolta nella serata del 30 settembre l’iniziativa per il No al referendum sulle modifiche costituzionali organizzata da USB Scuola Alba, insieme all’associazione Valori e Beni Comuni, sul tema “Verso la postdemocrazia. Costituzione, scuola e stato sociale sotto attacco”, con le relazioni di Francesca Chiarotto e Angelo d’Orsi.
In una sala Riolfo (ex sala “Beppe Fenoglio”) gremita, Francesca Chiarotto, dottore di ricerca in studi politici e autrice del saggio “Le parole della Costituzione”, ha proposto un’analisi linguistica del testo costituzionale, sottolineando come gran parte dei termini presenti nella Costituzione appartengano al vocabolario di base, mentre siano pochissimi i verba iuris, i termini tecnici comprensibili soltanto dal pubblico degli specialisti. Lo stesso stile letterario adottato dai Costituenti, caratterizzato da sobrietà, essenzialità, eleganza e chiarezza di linguaggio, incarna già un chiaro valore politico: elaborare un testo fondativo del patto sociale istituito nel dopoguerra che fosse comprensibile da tutti, nell’ottica di un ampliamento verso le classi popolari della partecipazione democratica.
Angelo d’Orsi, ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino, con un ampio e articolato excursus storico, salutato da un lunghissimo applauso, ha sottolineato come l’attacco alla Costituzione abbia radici remote, rintracciabili negli anni Settanta, quando si arresta il trentennio di allargamento degli spazi democratici e di conquista dei diritti sociali ottenuti grazie alle lotte dei lavoratori; inizia allora la controffensiva liberista che si traduce nella progressiva demolizione dello stato sociale e delle conquiste democratiche. Questo processo subisce un’accelerazione negli anni 1989-91, allorché la dissoluzione dell’alternativa di sistema rappresentata dal mondo socialista e la fine del bipolarismo Usa-Urss negli equilibri internazionali lasciano il campo libero alla supremazia del capitalismo a guida americana. Nel nostro paese, gli anni Novanta saranno caratterizzati dall’inizio della stagione berlusconiana che farà dell’Italia una punta avanzata nel processo di instaurazione di un sistema politico-istituzionale definibile come “postdemocrazia” o, secondo un’espressione di Massimo Salvadori, “democrazia senza democrazia”: un sistema che conserva il guscio della democrazia, svuotandolo però di contenuto sostanziale. Citando il suo maestro, Norberto Bobbio e la sua definizione della democrazia quale sistema che ha il compito di ridurre progressivamente le disuguaglianze sul piano politico, culturale, economico, d’Orsi ha evidenziato come non vi sia democrazia senza diritti sociali, seppure formalmente permangano in essere istituzioni rappresentative, prive però di qualunque reale ruolo politico. La postdemocrazia è l’orizzonte di riferimento della controriforma costituzionale voluta dal governo Renzi, che mira a rendere permanente lo smantellamento del welfare e a instaurare quello che Danilo Zolo ha definito come il “modello Singapore”, caratterizzato dal dominio del mercato, dall’assenza di un dibattito pubblico reale e dalla riduzione dei cittadini a meri consumatori. La controriforma renziana è perfettamente in linea con questo modello, teso a eliminare ogni sacca di resistenza e a ridurre ogni spazio sociale alla logica del mercato, a cominciare dalla scuola e dall’università, costrette ad abdicare alla loro fondamentale funzione di formare cittadini e subordinate alle esigenze dettate dal mercato. Si tratta, tuttavia, secondo d’Orsi, di una grande Restaurazione imperfetta che non ha raggiunto pienamente i suoi obiettivi e che non è scontato riesca ad affermarsi definitivamente. Sono visibili e attive forze che resistono a questo processo; tuttavia, affinché sia possibile passare al contrattacco, è necessario coordinare le lotte e compiere un enorme sforzo di studio e di elaborazione teorica e culturale.
Il quadro delineato da Angelo d’Orsi ci vede pienamente concordi: l’organizzazione delle lotte dei lavoratori e il fronte della battaglia culturale sono i terreni su cui USB SCUOLA intende produrre il massimo impegno, a partire dalla campagna per il NO SOCIALE AL REFERENDUM COSTITUZIONALE DEL 4 DICEMBRE E ALLE POLITICHE DEL GOVERNO RENZI. PER IL NO AL REFERENDUM E PER L’APPLICAZIONE DELLA COSTITUZIONE DEL ‘48, PER IL LAVORO E LO STATO SOCIALE, CONTRO LE POLITICHE DEL GOVERNO, INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI AD ADERIRE ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 21 OTTOBRE E A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA PER IL 22 OTTOBRE A ROMA, IN PIAZZA SAN GIOVANNI.
Per Usb Scuola Alba,
Michelangelo Caponetto