USB TORINO,1 MAGGIO DI LOTTA
La pesante crisi economica di dimensioni globali che come lavoratori stiamo subendo con l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro, imprime al 1° MAGGIO un significato di protesta e lotta, oltre che di festa, che deve fare sentire uniti tutti i lavoratori di ogni nazionalità e razza; unità per reagire alla dichiarazione di guerra che la finanza speculativa, le banche e la TROIKA stanno sferrando per cancellare diritti del mondo del lavoro conquistati in decenni di lotte.
Pennivendoli di regime insieme ai sindacati di regime complici dei padroni non perdono occasione per ripetere il ritornello che per risolvere la crisi bisogna essere più competitivi, aumentare la produttività, alimentando la guerra tra poveri in cui a rimetterci sono sempre e comunque i lavoratori, messi in competizione tra loro in una corsa al ribasso del costo del lavoro che significa la rinuncia a condizioni umane di lavoro e a un reddito dignitoso.
Organi di informazione ed economisti prezzolati dalle banche continuano a ripeterci che fino ad ora “abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità” e che, pertanto, dovremmo cominciare a restituire il maltolto, cioè capitali e interessi ai gruppi finanziari e alle banche.
Il 1° MAGGIO dovrà essere un momento di unità, di festa e di lotta di tutti i lavoratori, per gridare e affermare i nostri diritti abbattendo gli steccati e le divisioni che il sistema di potere economico e politico ha eretto per scongiurare la nostra ribellione alle loro regole del gioco, le regole del “libero mercato” in cui di libertà c’è solo quella del capitale e della finanza di sfruttare senza limiti la forza lavoro.
PRENDIAMO COSCIENZA DEI NOSTRI DIRITTI E DELLA NOSTRA FORZA
SCENDIAMO IN PIAZZA AD AFFERMARE LA VERA LIBERTÀ, LA VERA DEMOCRAZIA E GIUSTIZIA IN CUI CREDIAMO :
IL DIRITTO AL LAVORO STABILE E SICURO, IL DIRITTO VERO DI SCIOPERO, IL DIRITTO A FRUIRE DEI BENI COMUNI AMMINISTRATI DAGLI ENTI PUBBLICI, IL DIRITTO ALLA CASA
TUTTI IN PIAZZA IL 1° MAGGIO
USB SCENDE IN PIAZZA IN DIFESA DELLA DEMOCRAZIA SINDACALE E DEL DIRITTO DI SCIOPERO
Lavoratori, in un momento in cui il diritto al lavoro, al reddito, alla casa e allo stato sociale è sotto attacco della TROIKA costituita dal FMI-BCE-CE, le organizzazioni sindacali complici e concertative col padronato pubblico e privato e con le politiche lacrime e sangue si accordano per comprimere ulteriormente il diritto di sciopero con nuov
rappresentanti non eletti dai lavoratori nelle RSU attraverso la formula antidemocratica del 30% dei “designati”;
la deroga ai contratti nazionali ed alle leggi vigenti;
l’esigibilità degli accordi sottoscritti dai sindacati complici;
demansionamento con riduzione dei trattamenti economici e normativi.
A questo attacco alla democrazia sindacale e ai diritti fondamentali del mondo del lavoro si è allineata anche la FIOM che il 12 aprile 2013 ha avanzato una proposta di incontro alle segreterie nazionali di FIM e UILM, a firma di Landini, in cui si accetta “lo spirito e l’ambito di quanto previsto dall’accordo interconfederale del 28 giugno 2011”, nonostante la FIOM abbia fino ad oggi contestato la derogabilità al CCNL ed alle leggi vigenti contenuti nello accordo stesso.
In una situazione di progressivo impoverimento sociale in cui le lotte sorgono spontanee nei luoghi di lavoro si vuole cancellare l’unica forma di resistenza e opposizione
IL DIRITTO DI SCIOPERO
Di fatto, se si vuole partecipare alle elezioni delle RSU, ci si deve impegnare a non scioperare e quindi ad accettare acriticamente ciò che viene deciso da Cgil-Cisl-Uil e Ugl. Le nuove regole impediscono anche lo sciopero rispetto accordi sindacali firmati dal 51% delle RSU e permettono l’elezione di rappresentanti sindacali addomesticati, notai di decisioni prese in altre sedi, occupati soltanto a perpetuare i propri privilegi.
Il “compagno” Landini, che non perde l’occasione di andare in onda su televisioni pubbliche e private per declamare principi di democrazia, con tale proposta è sceso a patti con la Camusso in cambio di un posto per la FIOM nei tavoli di trattativa e svendita dei diritti dei lavoratori e di una interlocuzione con Confindustria, passando sulla testa dei lavoratori.
USB ritiene arrivato il momento che quei tavoli di svendita vadano ROVESCIATI in tutti i sensi; è ora che ci riprendiamo il nostro futuro con la lotta che deve vederci uniti ai popoli dei paesi europei come il popolo greco, spagnolo, portoghese, anche loro impegnati a difendersi dal “patto di stabilità”, dal “pareggio di bilancio” e dalla “spending review” imposte dalla TROIKA.
DOPO LO TSUNAMI POLITICO IL MONDO DEL LAVORO DOVRÀ PROVOCARE LO TSUNAMI SINDACALE
MANDIAMO TUTTI A CASA I SINDACATI COMPLICI
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1°MAGGIO 2013