'WORKERS OF EUROPE, RISE UP!' RISOLUZIONE 9° CONFERENZA DELL'UFFICIO REGIONALE EUROPEO DELLA WFTU -documenti e foto-

In allegato la risoluzione e gli altri documenti approvati e la galleria fotografica

Roma -

La 9° Conferenza organizzata dall’Ufficio Regionale Europeo della Federazione Mondiale Sindacati (WFTU) e la Confederazione Sindacale di Base Italia, riunita a Roma, l’1-2 ottobre 2010, avendo passato in esame la situazione politica europea ed internazionale, i recenti sviluppi in materia di diritti sociali e del lavoro, e discusso il piano d’azione 2010, ha approvato la seguente risoluzione:



1.    Attualmente, le sperequazioni e le contraddizioni a livello internazionale sono andate viepiù aumentando. Il divario tra i popoli sviluppati e quelli sottosviluppati sta crescendo, ed in molte regioni al mondo l’accumulo di ricchezza e l’iper-consumismo coesistono con povertà, privazioni massicce e morte per fame e malattie di molti.

A livello internazionale, le forze la cui unica mira è l’imposizione di loro regole sul piano economico, politico e militare – in base ad un dogma aggressivo – dominano. Tale dogma è da queste stesse forze definito “Nuovo Ordine Mondiale”.

In campo socio-economico, la globalizzazione capitalistica neo-liberista dell’economia, man mano che si propaga, dimostra in pratica di portare all’acuirsi del divario tra paesi ricchi e poveri, mentre in molte parti del mondo la gente accusa fame, malattie e mancanza di beni primari.

 

2.     La dilagante corsa al profitto ha condotto ad una enorme esacerbazione della crisi economica mondiale alla quale oggi assistiamo, confrontabile solo al grande “crash” del 1929. Si tratta chiaramente di una crisi del capitalismo e del suo modello neo-liberista di sviluppo economico, di una crisi che ha dato prova di essere più profonda, più estesa e più lunga di quanto si prevedeva, e che soprattutto colpisce gli standards di vita della gente che lavora e gli strati più deboli della popolazione.

Come solitamente accade, gli ambienti economici al potere cercano di far ricadere il peso della crisi sulle spalle dei lavoratori che per nulla sono responsabili della stessa. Eppure, sono chiamati a pagare lo scotto del capitalismo e del neo-liberismo. Ci rifiutiamo di accettare che il conto della crisi capitalistica sia saldato da chi è debole e lavora.



     3.    Anche in Europa, i lavoratori stanno soffrendo per via della crisi capitalistica . E’ evidente che la convergenza economico-politica dell’Unione Europea non diverge essenzialmente dal  tentativo di adattarsi alle regole dell’economia globalizzata neo-liberista. Le forze al potere nell’Unione Europea sono asservite ai grossi interessi dei potentati politici ed economici e perseguono il graduale ridimensionamento del welfare state, la deregolamentazione dei rapporti di lavoro ed il taglio dei diritti e dei guadagni dei lavoratori.

La loro insistenza nel mettere in atto le stesse politiche neo-liberiste fallimentari che hanno causato la crisi, quali la promozione di forme flessibili di impiego deregolamentate e non protette o la “flexicurity”, così come l’accelerazione delle privatizzazioni col pretesto di garantire la cosiddetta “competitività” del’economia europea, si traduce in una intensificazione degli attacchi portati contro i diritti dei lavoratori, nella promozione della deregolamentazione dei rapporti di lavoro e nella distruzione degli accordi collettivi.



     4.    Constatiamo con preoccupazione che queste stesse forze continuano a propugnare strategie e Direttive contrarie al popolo ed ai lavoratori, alle quali il movimento sindacale di base si oppone con fermezza, quali la promozione della nuova Strategia 2020 per l’Occupazione, che segue le stesse piste della fallita Strategia di Lisbona, l’ulteriore armonizzazione dei mercati e la piena liberalizzazione a tutto vantaggio delle multinazionali e dei monopoli, la richiesta di rispettare pienamente l’infame Direttiva Bolkenstein, i tentativi di rivedere in peggio la Direttiva sull’Orario di Lavoro, la promozione della Direttiva per la liberalizzazione dei servizi portuali, la discussione sulla promozione della Direttiva per legalizzare i licenziamenti, ed altre.

Specie in questo periodo cruciale, i lavoratori europei corrono il rischio di un ulteriore deterioramento delle loro posizioni, derivante dall’indebolimento dei loro fondi di previdenza sociale, dall’aumento incontrollato dell’età pensionabile, dalla contrazione dei fondi eroganti  prestazioni sociali, dall’aumento della disoccupazione, così come dai fenomeni di crescente razzismo e xenofobia che si moltiplicano ed intensificano.



   5.      E’ un dato di fatto che le condizioni presenti nel mondo ed in Europa sono particolarmente difficili. Feroci e costanti sono gli attacchi contro i lavoratori. Nondimeno, la storia dell’umanità e dei popoli, in genere, ci ricorda giustamente che la lotta dei lavoratori può costituire la forza per resistere e contrapporsi. I lavoratori, attraverso le loro organizzazioni, rafforzando e salvaguardando i sindacati di appartenenza, mantenendo fermamente vivi i valori della solidarietà, l’unità del movimento sindacale e la lealtà incrollabile alla lotta di classe, possono rappresentare un formidabile baluardo in grado di resistere e respingere ogni attacco, di contrastare ogni battuta di arresto e di creare le premesse per un’effettiva pace, progresso e giustizia sociale.

Le mobilitazioni dei lavoratori negli anni recenti ed i sommovimenti sociali in tutto il mondo stanno ad indicare che i lavoratori sanno lottare ed ottenere risultati. In Europa, le forti mobilitazioni dei lavoratori contro l’adozione di misure volte a tagliare salari, pensioni e provvidenze, contro l’approvazione della Direttiva Bolkenstein e la Direttiva Porti, avrebbero potuto gettare le premesse per una rottura rispetto alle politiche della Strategia di Lisbona se solo i Sindacati europei fossero rimasti fermi sulle loro posizioni di principio e più efficaci nell’argomentare.

Il movimento sindacale di base non è rimasto inerte a livello internazionale ed in particolare in Europa di fronte a questi fatti. Stiamo proseguendo ed intensificando le nostre lotte, chiedendo che la crisi economica venga affrontata attraverso un’equa ripartizione degli oneri economici e che questi ricadano su chi è in grado di sostenerli, senza minare i guadagni ed i diritti di chi lavora.

Inoltre, chiediamo che:

L’Unione Europea tuteli e rafforzi il welfare state che deve costituire la leva per una migliore distribuzione della ricchezza quale espressione di solidarietà sociale.

Siano difese le forme di impiego stabili e regolate e sostenuto il diritto alla sindacalizzazione e alla contrattazione collettiva.

Siano rigettate le Strategie e le Direttive che, in nome della liberalizzazione dei mercati, costituiscono minaccia per un’occupazione stabile e minano gli accordi collettivi.

Sia stabilito un salario minimo europeo, al fine di contrastare il dumping salariale fra i vari paesi europei, che consente ai capitalisti di trasferire le produzioni in paesi dove più basso è il costo del lavoro. Venga introdotta un’indennità minima europea di disoccupazione.

Sia adottata in tutti i paesi europei una tassazione uniforme sui capitali e sui movimenti di capitale. Siano utilizzati tali proventi per spese sociali per affrontare la disoccupazione e sostenere nuova occupazione.

Le importazioni di beni in Europa siano concesse solo a quei paesi che abbiano adottato un minimo di provvedimenti a tutela dei diritti sociali ed economici dei lavoratori.



    6.     La WFTU, fedele ai suoi 65 anni di storia, alla sua tradizione di movimento di base e di   
solidarietà internazionale, quale voce genuina degli interessi e delle aspirazioni dei lavoratori di tutto il mondo, costituisce il polo di aggregazione di tutte le forze che si contrappongono compattamente ed incessantemente alle aggressioni imperialistiche. La WFTU è in prima linea nelle lotte dei lavoratori a difesa e sostegno dei loro diritti, persegue l’ideale e combatte per un mondo migliore di pace, progresso e giustizia sociale, scevro da ogni forma di sfruttamento e povertà.

L’Ufficio Regionale Europeo è stato creato ai fini di un migliore coordinamento e rafforzamento dell’azione della WFTU in Europa. L’EUROF, nel riconoscere il particolare squilibrio di forze del sindacalismo di base europeo e l’indebolimento e disorientamento del movimento sindacale a seguito degli eventi negativi degli ultimi due decenni, ha focalizzato la sua attenzione, nei quasi nove anni di operatività, sulla riorganizzazione e sull’ampliamento delle sue forze, sul rafforzamento e sulla promozione dell’unità del movimento operaio in Europa. Contemporaneamente, ha rilanciato in primo piano il nostro costante impegno a favore della pace, della tutela e promozione dei diritti dei lavoratori e dei popoli d’Europa. Attraverso varie iniziative, si è sforzato di raccordare le lotte dei lavoratori contro politiche nazionali alle lotte contro organizzazioni internazionali e regionali e di evidenziare queste interconnessioni.

L’attività dell’Ufficio Regionale Europeo della WFTU, date le specifiche circostanze, può considerarsi soddisfacente. Nondimeno, vi è  ulteriore spazio per migliorare il lavoro e l’azione della WFTU in Europa. Riteniamo che si possa e debba cercare di compiere un passo di qualità in avanti che renda nuovamente merito alla WFTU della sua storia e della sua personalità, come le pressanti necessità del nostro tempo impongono.



   7.      Riguardo al 16° Congresso della Federazione Mondiale dei Sindacati (WFTU), tutte le  
Organizzazioni che intrattengono rapporti con la WFTU in Europa sono chiamate a collaborare perché si possa avere un Congresso degno delle attese dei lavoratori.



   8.      65 anni dopo la fondazione della WFTU, la 9° Conferenza Europea, nell’onorare il 65°
anniversario della WFTU, chiede alle organizzazioni affiliate di celebrare in vario modo nei rispettivi paesi questo evento internazionale.


1-2 Ottobre 2010, Roma – Italia