INPS-PIEMONTE: TANTO VA LA GATTA AL LARDO…

…Che ci lascia lo zampino.

Torino -

Ancora prima che venisse approvato l’ultimo e famigerato decreto “Brunetta” alcuni dirigenti dell’INPS in Piemonte hanno azzardato “fughe in avanti” anticipatrici di questo o quell’articolo della norma allora in discussione; mossi dall’impazienza, da ansia carrieristica o dalla semplice voglia di apparire, in un modo o nell’altro in molti  c’hanno provato suscitando dispetto e irritazione fra il personale costretto a subirle e i rappresentanti sindacali locali che hanno dovuto – in qualche modo – arginarle. Una proverbiale “goccia”, tuttavia, ha fatto “traboccare il vaso”: il tentativo, da parte del direttore della sede regionale INPS del Piemonte, Giuliano Quattrone, di scavalcare, da una parte, la contrattazione centrale in merito ai criteri di valutazione del personale e, dall’altra, quella locale con l’abolizione unilaterale dell’istituto – a suo tempo contrattato - della banca delle ore. A seguito di questi fatti la segreteria RdB - INPS regionale provvedeva a diffidare il dott. Quattrone – pena il ricorso per comportamento antisindacale (art. 28 della legge 300/1970) - dall’impartire ai direttori delle strutture del territorio regionale qualsiasi istruzione modificativa dei suddetti istituti che non fosse stata preventivamente approvata nelle sedi competenti (si veda lettera del 21/12/2009 disponibile per il download, nel formato di Acrobat, dal fondo di questa pagina). A questa posizione si allineavano, successivamente, CIGL, CISL, UIL e CISAL e, persistendo il dirigente regionale nella sua condotta, si perveniva unitariamente alla risoluzione di intentare ricorso innanzi al Giudice del Tribunale ordinario di Torino Sezione Lavoro (si veda, sempre al fondo di questa pagina, il documento di Acrobat “Comunicato_unitario_&_ricorso_ex_art28-INPS.pdf”). Dopo una prima udienza, il 25 marzo, e un successivo rinvio al 27 dello stesso mese, il 2 aprile scorso è giunta rapidissima la sentenza: la Dott.ssa Federica Lanza, giudice del lavoro, ha dato pienamente ragione ai ricorrenti riconoscendo il comportamento antisindacale della Direzione Regionale INPS del Piemonte e disponendo l’annullamento di tutti gli atti relativi ai punti contestati. L’INPS, inoltre, è stato condannato alla pubblicazione della sentenza sul sito istituzionale del Piemonte e al pagamento delle spese processuali.

Successo pieno e meritato, quindi, per le nostre ragioni!

Ma, vinta una battaglia, non è automatico riuscire a vincere anche la guerra e quella contro il decreto Brunetta, che riteniamo in massima parte incostituzionale, promette di essere particolarmente dura se non supportata dall’adeguata mobilitazione di chi dovrà, altrimenti, subirlo.

 

Per completezza d’informazione si rende disponibile dal fondo di questa pagina, nel formato di Acrobat:

  • La diffida unitaria contro la comunicazione di servizio del 08/03/2010;
  • La memoria difensiva  della Direzione INPS del Piemonte;
  • La sentenza del Tribunale ordinario di Torino Sezione Lavoro;
  • il comunicato unitario delle organizzazioni sindacali ricorrenti successivo alla sentenza.