ROMA, 17 OTTOBRE 2008: NEMMENO IL NUBIFRAGIO FERMA IL SINDACALISMO DI BASE
Gli autobus partiti giovedì notte da Torino per portare la rappresentanza piemontese alla grande manifestazione dei sindacati di base di Venerdì 17 ottobre hanno viaggiato tutta la notte sotto un cielo denso di nubi. Le previsioni meteorologiche, per il giorno dello sciopero, concordavano tutte per “cielo coperto e pioggia”. Alle otto del mattino, tuttavia, il cielo si è aperto e a piazza della Repubblica – luogo di raduno e partenza della manifestazione – i convenuti che, alla spicciolata, l’hanno gradualmente colmata sono stati salutati da un sole gagliardo che, però, è durato poco. Alle 9,30 era di nuovo tutto grigio e la pioggia ha incominciato a cadere non appena il corteo si è mosso in direzione Termini aumentando via, via d’intensità. Ci si sarebbe aspettati che il grosso della gente (come immaginabile, per la maggior parte di Roma) se ne tornasse a casa ma, per fortuna, così non è stato: troppo importante era l’occasione, troppo sentita e a lungo preparata. Anzi, quest’appuntamento deciso in assemblea plenaria il 17 maggio scorso a Milano da tutta la galassia sindacale di base (RdB-CUB, COBAS, SdL ecc.) è andato, col tempo, riempiendosi di contenuti sempre nuovi a causa delle ben note vicende politiche ed economiche che si sono, nel frattempo, susseguite: l’insediamento del nuovo governo Berlusconi; il DL 112/2008 convertito nella Legge 133; la vicenda Aeritalia; i tagli al bilancio e al personale della scuola previsti dalla “contro-riforma” del ministro Gelmini; il crollo delle borse internazionali e i venti di recessione che hanno preso a spirare; lo stillicidio di morti oscure sul lavoro che il nuovo Testo Unico sulla sicurezza è appena riuscito a limitare e chi più ne ha, più ne metta. Eccoli, appunto, i motivi dello sciopero; i tasti dolenti cui i 350.000 presenti in piazza (secondo le stime di Repubblica) hanno dimostrato d’essere sensibili. Sull’adesione complessiva allo sciopero ancora non abbiamo dati ufficiali ma se fossero anche solo il triplo darebbero un bel segnale. Possiamo, quindi, essere soddisfatti perché è stata una manifestazione importante nei contenuti, bella, dignitosa e civile nella forma e, tuttavia, giustamente e sacrosantemente “arrabbiata”. Possiamo essere soddisfatti perché questa giornata, frutto di un patto di consultazione permanente fra i sindacati di base, ha dimostrato che lottare uniti è possibile e doveroso. Se riflettiamo sull’amara considerazione che questo grande popolo di tartassati attento e vilipeso si è giocato una giornata di sudato (checché ne dica Brunetta) stipendio per far valere i propri diritti senza suscitare la minima attenzione da parte dei grossi network dell’informazione, allora dobbiamo convenire che una prospettiva unitaria fra movimenti di base è, più che doverosa, vitale.
Seguono alcuni brevi filmati nel formato di Windows Media Player e una galleria di immagini della giornata.